CASA SANTA MARIA DELLA COLTURA
Il convento domenicano di Parabita fu fondato nel 1405, durante un particolare periodo caratterizzato al lotte politiche tra Angioini di Provenza e quelli di Durazzo. Quando i Domenicani giunsero a Parabita, la città era feudo di Ottaviano Sanseverino, che presto dovrà rinunciarvi a seguito di scelte politiche sbagliate e consegnare il feudo a Del Balzo Orsini. Anche le vicende storiche della Chiesa erano sature di difficoltà a seguito dello scisma che stava attraversando l’intera Chiesa.
I domenicani erano già arrivati da qualche anno a Lecce e a Nardò. Parabita diventava così la terza presenza nel Salento. L’impostazione culturale, connaturale all’Ordine domenicano, dovette essere favorita a Parabita dal fatto che i signori del tempo erano sensibili al ministero che i frati di S. Domenico svolgevano nella comunità locale. Per diverso tempo il convento dei domenicani, S. Maria dell’Umiltà – la cui struttura ancor oggi esistente ma in stato di abbandono totale – ospitò la vita pubblica e culturale della città del tempo.
La comunità locale accolse giovani domenicani per la loro formazione, istituendo uno Studium, una forma di università locale, le cui lezioni erano aperte anche agli uditori interessati al dibattito culturale, sia filosofico che teologico. La presenza dei frati bianchi terminerà nel 1809, con la soppressione napoleonica che sconvolse la geografia umana e culturale dell’intera Puglia, come dell’Italia.
I Domenicani ritorneranno a Parabita nel 1955 per volere del vescovo Corrado Ursi, futuro cardinale di Napoli. Fu suo preciso desiderio affidare il santuario della Madonna della Coltura. I frati così non rientravano nella loro antica chiesa, oramai ridotta in cattive condizioni, ma nel rinnovato santuario dedicato alla Madonna della Coltura.
I domenicani erano già arrivati da qualche anno a Lecce e a Nardò. Parabita diventava così la terza presenza nel Salento. L’impostazione culturale, connaturale all’Ordine domenicano, dovette essere favorita a Parabita dal fatto che i signori del tempo erano sensibili al ministero che i frati di S. Domenico svolgevano nella comunità locale. Per diverso tempo il convento dei domenicani, S. Maria dell’Umiltà – la cui struttura ancor oggi esistente ma in stato di abbandono totale – ospitò la vita pubblica e culturale della città del tempo.
La comunità locale accolse giovani domenicani per la loro formazione, istituendo uno Studium, una forma di università locale, le cui lezioni erano aperte anche agli uditori interessati al dibattito culturale, sia filosofico che teologico. La presenza dei frati bianchi terminerà nel 1809, con la soppressione napoleonica che sconvolse la geografia umana e culturale dell’intera Puglia, come dell’Italia.
I Domenicani ritorneranno a Parabita nel 1955 per volere del vescovo Corrado Ursi, futuro cardinale di Napoli. Fu suo preciso desiderio affidare il santuario della Madonna della Coltura. I frati così non rientravano nella loro antica chiesa, oramai ridotta in cattive condizioni, ma nel rinnovato santuario dedicato alla Madonna della Coltura.
La comunità promuove il culto a Maria invocata e dichiarata patrona degli agricoltori, posta a protezione di quanti si guadagnano il pane col sudore della fronte lavorando la terra.
Questa comunità ha il compito della cura pastorale del Santuario della Madonna della Coltura e dell’Amministrazione dell’ente S. Maria della Coltura, affidato alla Provincia dalla Diocesi di Nardò-Gallipoli. Il Santuario, grazie alla operosità della comunità, è divenuto un centro di evangelizzazione, mettendo in essere molteplici attività, che coinvolgono la popolazione. Rilevante ed encomiabile il ministero delle confessioni.
Padri Domenicani
Basilica Santa Maria della Coltura
73052 PARABITA (LE)
Tel. e Fax (0833) 59.32.17