Da giorno 1 al 3 di marzo si è svolto il ritiro vocazionale intitolato Il mistero pasquale con gli occhi di Domenico, organizzato dalla Provincia “san Tommaso d’Aquino in Italia” nel Convento “S. Maria dell’Arco” (NA). Tale santuario è certo un luogo d’eccezione, e per la straordinaria affluenza giornaliera di credenti, e per l’incredibile numero di ex voto custoditi in nome della Madonna. Ora, a prescindere dall’attrazione suscitata dalla storia da cui deriva il nome del santuario, che vede come protagonisti un gruppo di ragazzi i quali mentre giocavano a pallamaglio, bestemmiando colpirono il dipinto della Santa Vergine che miracolosamente sanguinò; San Domenico in primis aveva affidato l’intero ordine alla cura della «speciale patrona». Questo connubio di sacralità popolare e di devozione specificatamente domenicana spiega in un certo qual modo l’aria di profondo raccoglimento che si respira nel Convento. Non per nulla i tre giorni sono stati improntati alla preghiera di lode cantata e recitata, allo studio e al discernimento. Quest’ultimo, affidato alle premure di fra Giovanni Cafagna, si è svolto in una serie di lectiones sulla vita di san Domenico, sui modi di pregare del santo e sul particolare carisma da lui conferito. Inoltre i dibattiti hanno permesso il confronto con grandi opere d’arte pittorica, la quale diviene vero e proprio strumento di predicazione, in grado di figurare o prefigurare la sostanza dei contenuti biblici ed evangelici. A tal proposito si è in principal modo riflettuto sul mistero della Croce, della morte e risurrezione di nostro Signore, non solo dal punto di vista del Cristo, ma anche partendo dallo sguardo di Domenico, il quale ha incarnato nuovamente tale mistero tramandandolo ai suoi fratelli. «Duro come un diamante, amorevole come una madre», così lo descrivono i più autorevoli agiografi del suo tempo, tratteggiando l’immagine di un uomo paziente e introspettivo, capace di trasformare la sua nobiltà familiare in nobiltà d’animo, pronto a dare tutto nella vita a Dio, nella umile dedizione verso i poveri e gli emarginati. Del santo appunto si è cercato di comprendere i momenti biografici salienti, i gesti più significativi e anche gli aneddoti più divertenti, allo stesso tempo e soprattutto si è cercato di vivere la giornata caratteristica di un frate domenicano. Partendo dalle Lodi mattutine, ai Vespri fino alla Compieta, partecipando ai momenti conviviali del mezzogiorno e della sera, abbiamo avuto modo di sperimentare e sentire sulla nostra pelle quell’aura e quel carisma che si custodisce nei secoli come una fiaccola viva. In ultimo non sono mancati i momenti di svago come ad esempio la visita al Museo degli ex voto, il quale contiene cimeli e monili provenienti da diversi secoli e devoluti in onore della Vergine Santa. Dai gioielli di età borbonica ai pugnali degli ex carcerati, dalle placche in argento simbolo delle guarigioni per concessione della Madonna agli ostensori decorati, il museo si presenta come una costellazione di oggetti che raccontano storia e cultura, grazia e mistero. Non resta che ringraziare l’intera comunità domenicana che ci ha ospitato in questi meravigliosi tre giorni. Lode a dio!
Ivano Testa