Regola delle Fraternite Sacerdotali

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PREMESSA
I sacerdoti scelti in mezzo al popolo di Dio e tuttavia non da esso separati sono i “testimoni e i dispensatori di una vita diversa da quella terrena” (PO, 3), perché essi in forza della propria vocazione e della sacra Ordinazione sono consacrati totalmente all’opera della salvezza mediante l’adempimento del ministero sacerdotale.
Per questa loro peculiare caratteristica essi non si conformano alle esigenze del mondo (Rm 12,2), ma con tutte le loro forze tendono ad acquisire la perfezione evangelica affinché con animo sempre più conforme a Cristo diventino operatori del suo eterno sacerdozio che edifica la Chiesa nel mondo (PO, 12).
Pertanto i sacerdoti che, mossi da soprannaturale ispirazione danno la loro adesione all’Ordine di S. Domenico:
‑ seguono questa regola adatta al loro ruolo
‑ si associano in speciali comunità denominate “Fraternite sacerdotali di S. Domenico”
‑ ottengono ulteriori occasioni per tendere ancora di più alla perfezione davanti a Dio e al mondo.
Congiuntamente alla grazia speciale del sacramento dell’Ordine per cui ‑ “raggiungeranno la santità se nello Spirito di Cristo eserciteranno il proprio ministero con impegno sincero e instancabile” (PO, 13), i sacerdoti di S. Domenico attingono nuovi benefici spirituali dalla professione che li rende partecipi della grazia e della missione nell’Ordine a sicuro vantaggio della Chiesa locale e universale.
Tuttavia l’Ordine mentre garantisce loro questi aiuti spirituali e coopera alla loro personale santificazione li lascia liberi a totale servizio della Chiesa locale e nella giurisdizione del loro vescovo.

CAP 1‑ CARATTERISTICA EVITA DELLE FRATERNITE

1. Lo spirito e la spiritualità di S Domenico
1 ‑ I sacerdoti che desiderano far parte della Famiglia Domenicana “si impegnano a formarsi secondo lo spirito del S.P. Domenico” e “tendono ad una più perfetta vita apostolica” (Reg. P Theissling, nn. 7,21). In tal modo dall’assidua contemplazione che unisce lo studio instancabile della Parola di Dio con l’orazione fervente, essi attingono una fede salda e uno spirito apostolico pienamente sollecito della salvezza di “ogni creatura” (Mc 16,15) “fino agli ultimi confini della terra” (At 1,8).

2 ‑ Nell’apostolato, dopo gli stessi Apostoli, hanno come magnifico esempio il S. P Domenico che, “con tutte le sue forze e con zelo ferventissimo, faceva il possibile per guadagnare a Cristo quante anime potesse; egli aveva nel cuore uno straordinario e quasi incredibile desiderio della salvezza di tutti” e “dedicava il giorno al prossimo e la notte a Dio” (Libellus de principiis, Ord. Praed. B. Jordani, nn. 34,106).

2. La predicazione
I sacerdoti di S. Domenico, memori della loro sublime vocazione “si affaticano nella predicazione e nell’insegnamento” (1 Tm 5,17) “credendo ciò che hanno meditato nella legge del Signore, insegnando ciò che hanno creduto e imitando ciò che hanno insegnato” (LG, 28), affinché siano veri “educatori nella fede” (PO, 6) e annunciatori del vangelo nel mondo.

3. I predicatori
Anche se per motivi pastorali non vivono in comunità religiose, essi tendono ad arricchirsi di quelle virtù umane che rendono credibile il loro ministero, cioè “la bontà, la sincerità, la fortezza d’animo e la costanza, la ricerca assidua della giustizia, la gentilezza” (P O, 3), la generosità e tutto ciò che nel Signore li rende amabili davanti a tutti (Fil 4,8), cosicché si possa dire di loro ciò che fu scritto del S.P. Domenico, che “accoglieva tutti nella sua generosità e come amava tutti, così era amato da tutti; egli considerava suo dovere gioire con chi gioiva, piangere con chi piangeva (Rm 12,15), sovrabbondando di amore e donandosi totalmente al servizio del prossimo” (Lib. B. Jord., n. 107).

4. La professione
1 ‑ I sacerdoti che, perseverando nel loro proposito, decidono di seguire le orme di S. Domenico per potersi meglio uniformare a Cristo Sacerdote, a tempo opportuno fanno la professione.
2 ‑ Per tale atto, che deriva da viva fede e da una consapevolezza più profonda del Battesimo, della Confermazione e della propria Ordinazione sacerdotale, essi promettono di seguire, nel loro modo di vivere, questa Regola e diventano figli di S. Domenico.
3 ‑ Consapevoli della loro professione, essi si impegnano a vivere, secondo le loro forze, nello spirito dei consigli evangelici e delle beatitudini, per poter così meglio cooperare con la grazia ricevuta tramite l’imposizione delle mani.
4 ‑ Quelli poi che, per desiderio di una maggiore consacrazione, desiderano seguire i consigli evangelici con i tre voti, potranno farlo liberamente e in forma privata.

5. Gli aiuti provenienti dalla professione
1 ‑ La professione favorisce un più profondo spirito di povertà. Per essa i sacerdoti che non vivono in comunità religiosa considerano i valori umani e i beni creati come doni di Dio e se ne servono con discrezione, conformemente ai fini pastorali del loro ministero; potranno così pervenire “a quella povertà volontaria, con la quale riesce più facile conformarsi a Cristo ed essere in grado di svolgere con maggiore prontezza il sacro ministero” (PO, 17).
2 ‑ La professione pone in una condizione privilegiata per comprendere e vivere fedelmente l’eminente grazia del celibato, che “è segno e assieme motivo di carità pastorale, fonte di fecondità spirituale nel mondo” (PO, 16), testimonianza viva della vita futura che i sacerdoti annunziano nella predicazione.
3 ‑ La professione aiuta a divenire pienamente consapevoli della comunione gerarchica con il Vescovo e con il Papa, in quanto porta a compimento la vera obbedienza con la quale “si venera in essi l’autorità di Cristo supremo Pastore” (PO, 7), obbedienza che è dono di servizio alla Chiesa e docilità sincera al suo Magistero.

6. Le sorgenti della santificazione
Le fonti principali dalle quali i sacerdoti di S. Domenico attingono fervore e progresso nella contemplazione e nell’apostolato sono:
1 ‑ Le stesse azioni sacre che compiono ogni giorno, nel loro ministero, in modo esatto e .con sempre maggiore perfezione: in comunione con il Vescovo, con gli altri sacerdoti (PO, 12) e con tutto l’Ordine di S. Domenico, di cui sono divenuti figli.
2 ‑ La Parola di Dio accolta interamente e con fede, tramite la lettura personale e comunitaria delle sacre Scritture. Tale lettura rende i sacerdoti discepoli del divin Maestro e della Sapienza di Dio e li rende inoltre idonei a predicare con la potenza di Dio (2 Cor 4,7).
3 ‑ La degna celebrazione quotidiana del sacrificio della Messa che, mentre viene offerto dai sacerdoti “in persona Christi”, li associa in modo speciale al mistero della morte del Signore e dà a loro la forza di mortificarsi e di immolarsi per il gregge loro affidato (1 Gv 3,16).
4 ‑ La devota liturgia delle ore che giornalmente li unisce alla preghiera divina di Cristo e a quella della Chiesa per il mondo (PO, 13). Nelle feste dei Santi e dei Beati dell’Ordine, i sacerdoti di S. Domenico possono seguire i testi liturgici domenicani per meglio compiere le preghiere della Chiesa e più efficacemente partecipare alle grazie e ai meriti della Famiglia Domenicana.
5 ‑ Il dialogo frequente con Cristo secondo l’esempio del S.P Domenico, di cui si legge che “parlava sempre con Dio e di Dio” (Acta cononiz. Dominici proc. Bononien., n.13) che, “impegnato nella veglia e nella preghiera, aveva l’abitudine di trascorrere la notte in chiesa” (libell. B. lord., n.106). Da tale dialogo scaturisce, per i sacerdoti di S. Domenico, la fedeltà alla meditazione quotidiana e al ritiro spirituale mensile.
6 ‑ La partecipazione frequente e fruttuosa al sacramento della Penitenza perla conversione del cuore, a cui portano anche l’esame di coscienza quotidiano e una grande stima della direzione spirituale (PO, 18).
7 ‑ Lo studio della sacra Scrittura, dei santi Padri, dei documenti del Magistero ecclesiale e della teologia, in particolare quella tanto chiaramente e profondamente proposta da S. Tommaso d’Aquino (OT, 16; GE. 10).
8 ‑ La devozione verso la Vergine Madre di Dio, che nel nostro Ordine ha la più alta espressione nel santo Rosario, dove i misteri della vita, morte e risurrezione del Signore Gesù sono “visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina”; dove la contemplazione, silenziosa e orante, della Parola di Dio “può costituire un’ottima preparazione alla celebrazione di tali misteri nella liturgia e ne può divenire poi un’eco prolungata” (Marialis cultus, nn. 47,48). Anche questo umile, ma sapiente ed elevato modo di pregare diventa, per i sacerdoti di S. Domenico, segno quotidiano di fedeltà alla Regola.
9 ‑ Una speciale devozione verso il S.P. Domenico e una coraggiosa riflessione sui suoi straordinari esempi di santità di vita, di zelo per la salvezza di tutti e di fervore: nella preghiera, nella contemplazione, nel raccoglimento, nel silenzio e nella unione con Dio.
Una particolare devozione per S. Caterina da Siena, celebre figlia dell’Ordine, serva fedele e dottore della Chiesa, celeste protettrice delle Fraternite sacerdotali e laicali del nostro Ordine.
Infine un fraterno affetto per tutti Santi e i Beati dell’Ordine insieme a un interesse di conoscenza e di studio della loro vita e delle loro opere.

7. La vita ecclesiale
Tenendo presente la loro missione universale, i sacerdoti di S. Domenico “hanno a cuore la sollecitudine per tutte le Chiese” (PO, 10) e sono sempre pronti a lavorare ovunque una maggiore necessità pastorale lo esiga.

8. La collaborazione con il Vescovo
Sentendosi sempre più in comunione con il proprio Vescovo, i sacerdoti di S. Domenico si impegnano a seguirlo con sincera carità e obbedienza (PO, 7) e condividono con lui preoccupazioni e gioie del lavoro apostolico. Anche in questo aspetto del loro ministero sono illuminati dall’esempio del S. P Domenico che, durante tutta la sua vita di apostolato ebbe in cuor suo sentimenti di speciale venerazione nei confronti della sacra Gerarchia.

9. La vita comunitaria
1 ‑ Sebbene per la sacra Ordinazione e per la comune missione nella Chiesa i sacerdoti “siano già uniti fra loro con. la fraternità sacerdotale e formino un unico presbiterio con il proprio Vescovo” (PO, 8), tutti i sacerdoti di S. Domenico, diocesani e religiosi, si sentono ancor più legati da sincero amore fraterno mediante la preghiera e la collaborazione apostolica e si aiutano reciprocamente “per essere cooperatori della verità” (3 Gv 8).
2 ‑ I sacerdoti di S. Domenico che non vivono in comunità religiosa si trovano periodicamente in qualche comune riunione, per tener sempre viva la speciale fraternità a cui sono stati chiamati scegliendo di far parte della Famiglia Domenicana. Di quando in quando si riuniscono anche con i frati domenicani, che sono sempre disposti ad accoglierli volentieri e con gioia nei loro conventi e nelle loro case.

10. La collaborazione con i laici
1 ‑ I sacerdoti di S. Domenico nei riguardi dei laici: riconoscono la dignità e la parte loro riservata nella missione della Chiesa (P0, 9); hanno incontri cordiali e frequenti di fraternità perché uniti con loro nel sacerdozio comune fondato sul Battesimo; volentieri ascoltano le loro Opinioni e le loro aspirazioni per meglio cogliere i segni dei tempi; affidano loro con saggezza incarichi di fiducia aventi come fine il bene della Chiesa; cercano di essere con tutti in pace e concordia e soprattutto esercitano verso di loro il proprio e specifico compito di guide e di maestri. Anzi sono difensori e coraggiosi sostenitori di verità, perché i fedeli “non si lascino coinvolgere da ogni vento di dottrina” (Ef 4,14). I sacerdoti di S. Domenico hanno nello stesso santo Fondatore e nel suo Ordine un mirabile esempio di proposta e di difesa della verità.
2 ‑ I sacerdoti che fanno parte della Famiglia Domenicana diventano pure, secondo le loro possibilità, animatori e assistenti delle Fraternite laicali; le istruiscono nella via della perfezione e con la parola e con l’esempio le guidano a Cristo, rispettando tuttavia quella giusta autonomia che la loro Regola stabilisce e che a loro conferisce.

CAP 2 ‑ STRUTTURA E GOVERNO DELLE FRATERNITE

11. L’ammissione
Per l’ammissione alla fraternita sacerdotale di S. Domenico si richiede il voto favorevole della maggioranza del Consiglio di fraternita.

12. II noviziato
1 ‑ I sacerdoti vengono accolti nell’Ordine con speciale rito che dà inizio al noviziato; questo di norma ha la durata di un anno, a meno che il Superiore dell’Ordine non ne conceda la dispensa per ragionevole causa.
2 ‑Trascorso tale periodo preparatorio, necessario per conoscere e comprendere lo spirito di S. Domenico e il carisma dell’Ordine, i sacerdoti, ottenuto il consenso del Consiglio di fraternita espresso dalla maggioranza, sono ammessi alla professione.
3 ‑ II noviziato non può essere prolungato per più di due anni.

13. La professione
1 ‑ La professione accettata e ratificata dall’Ordine in nome della Chiesa, rende i sacerdoti a tutti gli effetti figli della Famiglia Domenicana e partecipi dei suoi benefici spirituali.
2 ‑ Per la professione si segue questa formula: “Ad onore di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, e della Beata Vergine Maria e del Santo Padre Domenico, io… davanti a te, Padre … Rappresentante del Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori, faccio professione e prometto di voler vivere secondo la Regola delle Fraternite sacerdotali del Santo Padre Domenico, per tutta la vita”.

14. L’adesione individuale
In circostanze particolari, in base al giudizio del Superiore dell’Ordine, alcuni sacerdoti possono essere ammessi individualmente, cioè al di fuori della fraternita locale, e i loro nomi vengono scritti in un apposito registro.

15. Le riunioni
1 ‑ I sacerdoti di S. Domenico, in ciascun luogo, di norma fanno parte di fraternite locali a seconda delle diverse città, vicariati, diocesi e si riuniscono periodicamente tutti insieme.
2 ‑ Per la formazione di una nuova fraternita è richiesto il consenso dell’Ordinario del luogo.
3 ‑ E’ vivamente consigliato che i sacerdoti di ogni provincia religiosa accolti nell’Ordine a titolo personale (n.14), si associno in una qualche specie di fraternita e almeno una volta all’anno si riuniscano insieme.

16. I superiori .
1 ‑ Le fraternite sacerdotali di S. Domenico sono unite all’Ordine e, per quanto riguarda il loro progresso nella vita domenicana, dipendono dai Superiori maggiori dell’Ordine, cioè dal Priore provinciale del territorio dove si sono formate le fraternite e dal Maestro dell’Ordine, capo supremo della Famiglia Domenicana e successore di S. Domenico.
Tuttavia il Maestro dell’Ordine si prende cura di ogni fraternita tramite il Promotore generale, e il Priore provinciale se ne prende cura tramite il Promotore provinciale, che periodicamente visita queste fraternite e promuove in esse la vita domenicana.
2 ‑ I Superiori dell’Ordine o i loro delegati compiono regolarmente il rito dell’ammissione e della professione.

17. II Priore
1 ‑ Ogni fraternita è guidata da un Priore e dal suo Consiglio.
2 ‑ II Priore convoca le riunioni del Consiglio e della fraternita e vi presiede, mantiene il collegamento con i Superiori dell’Ordine, segue le persone che compongono la fraternita nel loro progresso spirituale e si cura della loro fedeltà alla Regola.

18. Il Consiglio
1 ‑ II Consiglio è scelto per un triennio con la maggioranza dei voti dei sacerdoti della fraternita che hanno fatto la professione.
2 ‑ I consiglieri eletti in tal modo, scelgono successivamente fra loro il Priore con la maggioranza dei voti. Questa scelta deve essere confermata dal Priore provinciale, udito prima il parere del Promotore.
3 ‑ II Priore con il suo Consiglio stabilisce il numero dei consiglieri, come anche: la frequenza delle riunioni e il modo di tenerle; la frequenza e la durata degli Esercizi spirituali; il suffragio per i fratelli defunti; ciò che riguarda la vita e il progresso della fraternita; tutto questo sempre in accordo con il Promotore.

19. L’ambito provinciale
1 ‑ Nella provincia religiosa in cui vi sono parecchie fraternite sacerdotali, può essere nominato da parte del Priore provinciale, udito il parere del Promotore, un sacerdote Responsabile per tutte queste fraternite. Se però per un qualunque motivo questo non è possibile, il Promotore stesso si prenderà cura della situazione.
2 ‑ II Responsabile provinciale, insieme al Promotore, si prende cura delle fraternite della provincia, promuove il profitto e l’incremento di tutte le fraternite sacerdotali, tiene il collegamento abituale con il Presidente provinciale delle fraternite laicali e può prendere parte alle riunioni del Consiglio provinciale dei laici insieme al Promotore, favorendo, così la collaborazione fraterna fra i sacerdoti e i laici di S. Domenico.
3 ‑ Quello che qui viene precisato circa l’ambito provinciale, vale per analogia e può estendersi all’ambito nazionale e internazionale.

20. Liberi in Cristo
1 ‑ Perché i sacerdoti di S. Domenico accettino i propri obblighi “non come schiavi sottoposti ad una legge, ma come uomini liberi per grazia” (Regola di S. Agostino, in fine), si dichiara che ogni trasgressione della Regola, non costituisce colpa morale.
2 ‑ I Superiori delle fraternite, che appartengono all’Ordine, possono legittimamente concedere la dispensa da ogni prescrizione della Regola, temporaneamente o abitualmente, se così lo ritengono giusto nel Signore.
3 ‑ II Priore provinciale ha facoltà di convalidare gli atti non validi delle Fraternite, soprattutto riguardo all’ammissione e alla professione.
Testo latino in “Analecta Fratrum Praedicatorum” Anno 95 Fasc. II (1987), pp. 199 ‑ 206