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enzo bianchi
Nella comunione dei santi[1] del cielo e della terra i volti, seppure tutti trasfigurati dalla luce divina, sono diversi. Ci sono santi, come un Francesco d'Assisi, il cui volto, sintesi di tutta una vita, pare imporsi di per sé con i suoi tratti decisi e colorati, e ci sono santi, come un Domenico di Caleruega, che restano discreti durante la loro vita e nei secoli successivi, santi in qualche modo nascosti dalla loro stessa luce.
Domenico e Francesco sono stati contemporanei, entrambi si sono sentiti chiamati a seguire nella povertà il Cristo povero, entrambi hanno sentito l'esigenza di essere servi della Parola, entrambi hanno avuto discepoli con cui vivere la koinonia, dando un'immagine attualizzata della primitiva forma della chiesa. Entrambi inoltre hanno ricevuto la testimonianza dei credenti loro contemporanei che li ha proclamati «somigliantissimi a Cristo». Nel XIV secolo essi riceveranno insieme lode e attenzione dalla chiesa, ma da allora Domenico prenderà un posto sempre più silenzioso, mentre crescerà la leggenda francescana.
Eppure Francesco e Domenico rappresentano il grande tentativo della chiesa medievale di vivere l'evangelo nella storia e forse sono gli ultimi santi generati dalla tradizione spirituale ancora unita e unificata attorno alla Bibbia, alla Parola di Dio ruminata nella lectio divina, meditata e letta con i Padri della Chiesa e celebrata nella perenne santa liturgia.
Certamente il volto di Domenico richiede, al credente che voglia giungere a conoscerlo e amarlo, la perscrutatio amorosa che svela anche i tratti più nascosti e discreti, così come la pazienza e l'assiduità della frequentazione.
Domenico non è stato un «convertito», bensì uno che ha succhiato il latte della sacra Scrittura fin dall’infanzia: è un figlio della chiesa da sempre, non ha conosciuto stagioni di tenebra nel peccato o nell'assenza di Dio... Tutto questo fa di lui un santo forse meno affascinante di primo acchito, eppure quando si giunge a conoscere la sua qualità contemplativa, la sua ardente preghiera, il suo pacifico approccio al mondo e ai suoi bisogni storici, il suo sguardo penetrante sulla situazione della chiesa, allora si scopre in lui un santo necessario e direi anche un santo il cui messaggio e il cui carisma sono attualissimi.
Domenico durante la sua vita non fece nulla per apparire, anzi ha sempre cercato di restare ai margini del mondo ecclesiastico che contava, desiderando sparire non appena avesse organizzato il suo Ordine e aspirando a una sola cosa nei restanti anni della sua vita: il martirio. Giordano di Sassonia, il suo primo biografo, condanna i domenicani di Bologna che, di fronte alla devozione popolare, restano reticenti a mostrare la tomba e a mettere in evidenza la memoria del loro fondatore e maestro, ma c'è da chiedersi se questo loro atteggiamento non fosse ispirato da un'obbedienza profonda alla volontà di Domenico.
Caterina da Siena, contemplando Domenico ai piedi del Signore Gesù Cristo, non potrà far altro che dire: « Come assomiglia a nostro Signore, soprattutto nella sua inalterabile pazienza e nel suo amore bruciante! » Sì, è stato così: Domenico nella sua vita ha
sempre perseguito l'unicum necessarium, la sequela di Gesù Cristo fino a non possedere nulla, fino a spossessarsi di se stesso.
«Parlando con Dio o parlando di Dio» ai fratelli, Domenico ha vissuto la grande avventura del radicalismo cristiano; sintetizzando, componendo e organizzando i diversi elementi ricevuti dalla tradizione monastica e religiosa - piuttosto che inventarne di nuovi - egli ha dato origine a un ordine, quello dei frati predicatori: un ordine povero ma efficace, mandato nel mondo a predicare l'evangelo resistendo alle tentazioni e alle attrattive della crociata. Per conoscere Domenico occorre dunque conoscere anche i suoi frati i quali, nonostante gli inevitabili tradimenti dell'ideale evangelico del fondatore, restano i suoi figli...
[1] Dalla Presentazione a V. Ferrua – H. Vicarie, S. Domenico e i suoi frati, Gribaudi, 1984
Ordine dei Predicatori
Provincia San Tommaso d'Aquino in Italia
Curia Provinciale - Convento Madonna dell’Arco - 80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel +39 081.89.99.111 - Fax +39 081.89.99.314 - Mail: info@domenicani.net
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