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santa rosa da lima

di P. Gerardo Cioffari OP
Rosa nacque a Lima il 20 aprile 1586. I suoi genitori, don Gaspare Flores e Maria de Oliva, giunti in Perù alcuni anni prima, conducevano una vita abbastanza agiata, e quando nacque Rosa le diedero il nome di Isabella. Al momento della cresima (1597), però, l’arcivescovo di Lima, Toribio di Mogrovejo, le mantenne il nome di Rosa, come da qualche tempo veniva chiamata. L’origine del vezzeggiativo sembra da connettersi col fatto che così la chiamò la serva india Mariana sin dalla culla, colpita dalla bellezza della bambina.
Benché fosse una donna, Rosa ebbe le cure dei genitori anche dal punto di vista della formazione culturale, oltre che dell’educazione religiosa. Ciò nonostante fu in quest’ultimo campo che Rosa si sentiva a suo agio nei primi anni della sua giovinezza. Anzi, non accontentandosi dei consueti obblighi religiosi, cominciò a praticare un’ascetica personale particolarmente rigorosa. La tradizione parla, infatti, anche di cilici e privazioni.
Intanto maturava la sua vocazione religiosa, cominciando a prendere in considerazione la sua entrata nella vita religiosa. Quando scelse l’Ordine domenicano, per la sua preparazione intellettuale e spirituale, avrebbe potuto entrare nel Second’Ordine domenicano. Non essendoci però un simile monastero a Lima, optò per il Terz’Ordine. Il 10 agosto 1606 finalmente vestì le bianche lane dell’Ordine[2].
La sua vita non è ricca di episodi particolari, vivendo essa nel nascondimento e nella preghiera. Continuò infatti la sua pratica ascetica sfociando spesso in estasi mistiche. Giungeva cioè alla comunione con Dio dopo aver meditato e vissuto nella sua carne la Passione del Signore. Il che non ci proviene soltanto dalla tradizione agiografica ma anche da alcuni scritti ritrovati nel 1923 da fra Luigi Getino, domenicano. Tra le carte autografe questi trovò anche delle semplici quartine, destinate forse ad essere cantate. Non per nulla Rosa aveva confidato al confessore: Quitarme a mì el canto es quitarme el comer (Impedirmi di cantare è come togliemi il mangiare).
Una di queste quartine dice:
Oh Jesus de mi alma
Que bien pareces
Entre Flores y Rosas
Y Olivas verdes.
Un’altra :
Padre mìo Domingo,
Ante que muera,
Te encomiendo a madre
Que solo queda.[3]
Più noti sono gli ultimi tre anni della sua vita, che visse nella casa di don Gonzalo de la Maza e donna Maria de Uzategui, una coppia di coniugi che viveva all’insegna della pietà religiosa, e che quindi trattava Rosa come una vera figlia. Questo ambiente ideale sul piano umano fu però controbilanciato da un fisico che cominciò a deperire fra atroci dolori. Si spense così a soli 31 anni il 24 agosto 1617.
Una vita breve, come quella del fiore da cui prendeva il nome. E forse questo fatto, insieme alla sua vita ascetica, fece sorgere fra gli abitanti di Lima una devozione particolare nei suoi confronti. Infatti, il 19 marzo del 1619 i frati dovettero trasferire la sua salma dal chiostro del convento alla chiesa di S. Domenico. Dopo qualche tempo di fronte all’altare maggiore, il suo corpo fu collocato nella cappella di S. Caterina da Siena. Oggi riposa nella cappella del Santo Rosario, ove si trovano anche S. Martino de Porres e S. Giovanni Macìas.
Beatificata da Clemente IX (12 febbraio 1668), Rosa fu canonizzata da Clemente X il 12 aprile del 1672. Due anni prima però lo stesso pontefice l’aveva proclamata patrona delle Americhe, delle Filippine e delle Indie occidentali. Ma se in America Rosa è il più alto simbolo femminile della santità, non meno amata è anche in Europa. Il suo nome infatti è tra i più diffusi ancora oggi.
A parte alcuni patronati specifici, come quello su Callao (il porto di Lima), che la vede raffigurata con un’ancora, Rosa viene dipinta solitamente con una corona di rose sulla testa o anche in grembo o su un vassoio. Potrebbe talvolta essere confusa con S. Rosa di Viterbo o con S. Teresa di Lisieux, sia per le rose che per il bambino Gesù. Tuttavia S. Rosa da Lima è identificabile dall’abito domenicano.
[1] Vedi Reginaldo Frascisco, Santa Rosa da Lima, Roma 1974; Gabriella Anodal, Santa Rosa da Lima. Una donna alla conquista dell’America, Edizioni Studio Domenicano di Bologna; Leonardus Hansen, Vita mirabilis Rosae de Sancta Maria, limensis Tertii Ordinis Praedicatorum, Romae 1664; Domenico Angulo, o.p., Santa Rosa de Santa Maria, Lima 1917.
[2] R. Frascisco, Santa Rosa, cit., p. 52.
[3] Ivi, pp. 124-125.

Ordine dei Predicatori
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