Suore

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Le suore affiliate all’Ordine sono chiamate come noi e con noi all’annunzio del Vangelo. Il loro genio femminile, capace di instaurare il dialogo anche con categorie particolarmente difficili, permette all’Ordine di rispondere alle sfide della nuova evangelizzazione.
La nascita di molte congregazioni di suore do­menicane trova origine dall’esperienza religiosa di Santa Caterina da Siena. Santa Caterina, pur essendo laica, apparteneva alla comunità sene­se delle Mantellate, un gruppo di terziarie, legate alla Regola di San Domenico. Ardente nella carità ed appassionata nella me­ditazione, fu chiamata a uscire dalla sua cella per interessarsi dei suoi fratelli che erano nel disagio e per portare soccorso alla Chiesa che allora era in grande pericolo: Caterina ha straordina­riamente incarnato la sintesi tra vita attiva e vita contemplativa.
Le Congregazioni di suore ebbero origine, quindi, dalle file del Terz’Ordine: si vennero via via formando delle comunità femminili, che andavano dalla semplice coabitazione alla permanenza in una casa regolare, con oratorio e chiesa pubblica.
Solo nel diciannovesimo secolo, dopo la dispersione napoleonica, ci fu un vero e proprio rifiorire delle Congregazio­ni femminili domenicane di vita attiva. Alcune di queste congregazioni nacquero anche da raggrup­pamenti di monache di clausura che, durante la di­spersione avevano resistito clandestinamente unendosi sotto le più svariate denominazioni e in ambienti diversi e nascosti. Altre Congregazioni nacquero come risposte ai pressanti appelli di disagio e di emarginazione di una società in vertiginosa mutazione, e sempre in balìa di perdere i contatti con i valori fondamentali della vita.
Queste Congregazioni, sull’esempio di S. Do­menico, ebbero come nucleo di origine delle persone tutte incen­trate in Dio, che cercavano di vivere l’esperienza di San Domenico per farsi “misericordia” e compas­sione delle miserie dei fratelli.
Furono sensibili ai richiami della storia del loro tempo, ne colsero le istanze, diven­tarono centri di preghiera e di accoglienza aperti a tutti, soprattutto laddove c’era più bisogno di aiu­tare e confortare i nuovi poveri di una società che cercava nel benessere e nel progresso le soluzioni ai problemi cruciali dell’esistenza umana. Furono persone e comunità di frontiera, nelle avanguardie della Chiesa, per sostenere, aiu­tare, educare alla vita e alla fede chi faceva fatica a proseguire avendo perso i punti di orientamento e i contatti con Dio.
Come santuari di misericordia, le varie Congre­gazioni si aprirono a tutti i servizi richiesti nei luo­ghi e nelle mansioni più svariate: scuole, ospedali, carceri, fabbriche, strade, con una spiccata prefe­renza per i fratelli più poveri e più sofferenti.
Tutto questo ventaglio di attività nel settore delle opere di misericordia, nei luoghi di maggior necessità, fu ed è tutt’ora il segno della vitalità sorprendente dell’Ordine Do­menicano.
La vita apostolica delle suore fu fortemente ra­dicata nella preghiera, nella fedeltà a Cristo sull’e­sempio di San Domenico, che consumava le sue notti in continue suppliche a Dio perché sentiva il carico di tutte le tribolazioni, le pene, le solitudini che incontrava nel suo ministero apostolico.
Qualcuno spesso si stupisce per l’eccessivo nu­mero di queste Congregazioni domenicane, le cui finalità non differiscono molto le une dalle altre: in realtà sono numerose davvero, ma ciascuna è opera dello Spirito Santo che l’ha suscitata, ha la sua particolare storia, la sua propria fisionomia, è fedele al proprio specifico ca­risma nell’ascolto dello Spirito che non crea mai nulla di uguale.
Ognuna conserva tale fisionomia nella fedeltà alle umili origini, con la chiara coscienza che la perseveranza nel servizio, da cui dipende la fio­ritura delle comunità, consiste nell’ascolto conti­nuo del primo richiamo, la cui forza provocatrice spinge agli incroci delle strade dove transita l’uma­nità con il suo carico di miserie.
Anche per le suore il carisma lasciato in eredità da San Domenico è la predicazione. Le varie forme con cui esse la attuano sottolineano la sensibilità e la dolcezza dell’amore tenero e “materno” di Dio per il genere umano.