I frati cooperatori domenicani, in forza della loro professione nel l’Ordine, sono resi partecipi della sua missione apostolica (cf. LCO 219 § II). Essi infatti «esercitano in maniera speciale il sacerdozio comune dei fedeli e partecipano alla missione dell’Ordine in vari modi» (cf. LCO 1 § VI). Così facendo, essi rendono più visibile, perché realizzato in modo comunitario e istituzionalizzato, l’importanza dell’apostolato dei laici, divenendo anche di esempio, nel vivere appieno il loro carisma battesimale, ai laici secolari, dato che «(…) l’apostolato della Chiesa (…) si attua principalmente con il ministero della parola e dei sacramenti, affidato in modo speciale al clero, nel quale anche i laici hanno la loro parte molto importante da compiere, per essere cooperatori… della verità (3Gv 8)» (AA 6). Essi quindi, essendo cooperatori nella stessa missione dell’Ordine, devono essere preparati ad esercitare una idonea azione apostolica (cf. LCO 219 § in più modi, secondo la propria indole, con un apostolato proprio o collaborando con i loro fratelli presbiteri oppure con il lavoro richiesto dalle necessità del convento (cf. LCO 100 § II).
Infine i frati cooperatori mettono maggiormente in risalto il valore della vita religiosa in se stessa, indipendentemente dal presbiterato, come sequela di Cristo, testimoniando con la propria vita «che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio senza lo spirito delle beatitudini» (LG 31).
Essi partecipano alla vita apostolica dei frati chierici, oppure aiutano nella vita e nel ministero della Provincia con la loro professionalità.